MARVELIT
PRESENTA
Di
Carmelo
Mobilia & Igor Della Libera
Kaijū
(3° parte)
# 35
Nevada.
Lo chiamavano
semplicemente “il Monte” ma era un quartier generale altamente sofisticato. Il
jet vi si avvicinò e immediatamente le porte dell’hangar si aprirono,
permettendogli di entrare. Una volta scesi vennero accolti da uno staff
preparato all’evenienza, che arrivano con due muletti pronti a caricare gli
enormi corpi privi di sensi di Aiace e dell’Hulk Rosso.
<Atalanta,
Prometeo, portate Aiace nella sua stanza e aiutatelo ad indossare il nuovo
prototipo di armatura. Voialtri, il Rosso va in laboratorio. Muovetevi!>
ordinò Ulisse <Quanto a voi, Vendicatori, seguitemi; avrete le risposte a
tutte le vostre domande.>
USAgent non
era a suo agio nel doverlo assecondare. Si avvicinò a She Hulk e le sussurrò in
un orecchio:
<Al primo
segnale che qualcosa va storto, voglio che ti scateni.>
<D’accordo.>
le rispose Jennifer.
Ulisse faceva
strada portandoli nel salone principale.
<Vedo che
ce l’avete fatta. E’ andato tutto liscio o .... ah!> la frase gli morì in
gola.
A parlare era
stato un uomo a torso nudo e dal petto villoso con una vaga rassomiglianza con
Freddie Mercury.
Si chiamava
Ettore.
<Voi siete
i Vendicatori....> disse vedendo i nuovi arrivati.
<E sono i
benvenuti.> disse un’altra voce alla sue spalle. Era biondo, vestito con un
abito elegante, che aveva i modi di fare di un politico o un presentatore della
tv.
<Mi chiamo
Paride e sono il leader del Pantheon. Posso presumere che il motivo per cui
siete qui è il nostro comune amico rosso....>
<Puoi
giurarci> disse USAgent con tono autoritario <Vogliamo sapere che cosa
gli avete fatto.>
<Già> gli
fece coro Tigra <E’ evidente che ne sapete molto più di noi, e qualcosa mi
dice che ci siete voi dietro a tutto.>
<Ehi,
frena la lingua gattina! Noi....>
<Ti prego
Ettore... i Vendicatori hanno tutto il diritto di fare le domande che vogliono.
Siamo qui per rispondere...>
I suoi modi
di fare irritavano She Hulk. Era troppo accondiscendente. Prese la parola, con
un tono accusatorio da avvocato qual’era:
<Non è un
mutante. L’ho visto, seppur per un momento, mentre era in forma umana... anche
se era troppo buio per riconoscerlo. E’ un uomo, un gamma irradiato, proprio
come me. Siete stati voi a ridurlo così?>
<Si.>
rispose Paride senza alcuna esitazione.
<Perché?>
<Per
salvargli la vita. Lasciate che vi racconti la sua storia.... era un povero
ragazzo che aveva contratto l’AIDS. Un malato terminale, allo stadio finale
della malattia. Era praticamente spacciato. Tuo cugino, il dottor Banner, lo
portò qui da noi e....>
<Mio
cugino, hai detto? Ehi ma allora.... lui è....>
<Esattamente.
Si chiama James Wilson.>
<Mio
Dio.... Jim....>
<Jim
Wilson?> domandò USAgent sottovoce <E’ per caso parente di Falcon?>
<Si,
era... è suo nipote.> gli rispose con lo stesso tono Jennifer <Ed era un
grande amico di Bruce e Rick Jones. Sapevo che era morto....>
<Se posso
continuare il mio racconto> riprese Paride <Il dottor Banner lo portò qui
nel tentativo di fornirgli una cura, ma purtroppo questa non era a nostra
portata. C’era però un altro tentativo da fare, per quanto disperato, ma Bruce
rifiutò. Si trattava di utilizzare su di lui il suo sangue gamma irradiato.>
<Avete
somministrato a Jim il sangue di Bruce?> esclamò Jen.
<Misto ad
una nostro farmaco sperimentale. Perché sei tanto sorpresa? In fondo, non devi
quello che sei anche tu ad una trasfusione fatta da tuo cugino?>
La mente di
Jennifer Walters tornò a quel fatidico giorno di tanti anni fa, quando rimase
colpita da un proiettile e Bruce per salvarle la vita le fece una trasfusione
d’emergenza.
<Capirai
dunque le nostre ragioni. Tenemmo il dottor Banner all’oscuro di tutto però,
per non incombere nella sua.... ira. Lui era contrario al trattamento, temeva
che potesse venir fuori un mostro che....>
<E mi pare
che c’avesse ragione!> intervenne Tigra <Quel mostro ha distrutto un
intero quartiere di Los Angeles qualche settimana fa! Come avete potuto sperare
di controllare una cosa del genere?>
<E’ stata
una tragica fatalità> le rispose Ulisse <E’ vero, Jim non rispose
benissimo al trattamento ma riuscimmo comunque a controllarlo e a tenerlo a
bada.... avevamo preso precauzioni simili testandole sull’Hulk originale. Lo
sedammo, mettendolo in animazione sospesa, nel frattempo andavamo avanti con le
ricerche per una cura stabilizzante. Purtroppo però un terremoto di magnitudo 8
che ha colpito la California e il Nevada, e ha distrutto il laboratorio dove lo
tenevamo rinchiuso, ed è riuscito a scappare.>
<Magma.>
disse USAgent <E’ stato un criminale chiamato così a provocarlo. Aveva una
base proprio in questo stato [USAgent #
3 ]. Utilizzava una macchina che creava terremoti.>
<Per cui
come vedete si è trattato di circostanze particolari, imprevedibili. La
situazione era sotto controllo.> aggiunse ancora Ulisse.
<Col
cavolo!> esclamò Tigra <Avete
testato un farmaco altamente pericoloso su una cavia umana, e poi lo avete
rinchiuso in laboratorio per anni! Come potete fare una cosa del genere senza
vergognarvi?>
<E cosa
abbiamo fatto di tanto terribile?> riprese Paride <Non abbiamo detto
poc’anzi che Bruce Banner fece la stessa cosa su miss Walters? Oppure, non è la
stessa cosa che fece il popolo felino con te quanto rimanesti colpita da un
arma da fuoco, Tigra?>
<E tu....
come lo sai?>
<Il
Pantheon conosce molti segreti, mia cara. Inoltre, non conosco l’origine dei
poteri della donna di pietra ma...>
<Donna
Cosa.> precisò Sharon.
<Chiedo
scusa, Donna Cosa.... ma posso facilmente dedurre che quei muscoli non te li
sei fatti in palestra e con qualche integratore alimentare, USAgent. Dico bene?
Non ti sei sottoposto anche tu a qualche rischioso esperimento per ottenere la
tua forza?>
Nessuno dei
Vendicatori parlò. Si sentivano punti sul vivo. Paride ci sapeva fare, aveva
dato “scacco matto” a tutti loro.
<Per cui,
in conclusione, noi siamo l’unica possibilità per quel ragazzo. Ora gli
somministreremo una sostanza che stabilizzerà il suo organismo, in modo che non
abbia mai più crisi come quella di prima.>
<Un
momento Paride!> riprese USAgent <abbiamo sentito il tuo racconto e
capito le tue ragioni, ma avete avuto la vostra occasione. Ora vi fermerete, e
collaborerete con noi. Hank Pym è il più grande biochimico del mondo, la sua
consulenza può esservi d’aiuto. Inoltre possiamo avere altri cervelloni come
Reed Richards o lo stesso Banner per sostenervi ed evitare che la cosa vi
sfugga di mano un’altra volta.>
<La vostra
presenza qui è un eccezione. Non è ammesso l’accesso al Monte ad estranei.>
gli rispose Ettore.
<Dacci un
taglio amico. Avete già scazzato una volta ed è troppo pericoloso lasciarvi
fare senza la supervisione di gente che sa quello che fa....>
<Ehi, con
questo che vorresti dire?> sbuffò Ettore, irritato dall’allusione.
<Non
farete più nulla a quel ragazzo fino a quando non avremmo avvisato i
nostri.>
<Dobbiamo
rifare questo ballo, USAgent?> gli disse Ulisse.
<Vi
avverto....>
<Credo che
tu sia caduto in errore, USAgent.> disse Paride <Non si tratta di un
progetto futuro. Il processo è già iniziato mentre parlavamo.>
<Tu....
miserabile .... hai solo preso tempo, con quel tuo modo di fare
accondiscendente....> gli disse She Hulk.
<Vi prego,
ma credete davvero che vi avrei permesso di accedere alla struttura se vi fosse
stata una minima possibilità che voi ci intralciaste?>
<<il paziente sta riprendendo
conoscenza>> disse
la voce di Atalanta da un altoparlante, e tutti i contendenti si fermarono ad
osservare il monitor.
In quel momento, in Giappone...
Il cervello
di Godzilla mandava impulsi particolari ai suoi occhi da rettile ancestrale e
questi invece di vedere i danni che aveva arrecato a Tokyo, l'orrore che la sua
mostruosa presenza aveva riversato nelle strade spazzandole con onde di
angoscia e terrore, squadravano la mostruosità davanti a lui, la Mano dei
Cinque. L'aveva già combattuta in passato.
Si trattava
di un drago le cui teste spuntavano come dita da una piattaforma organico
meccanica detta il palmo. In realtà le fiamme che vedeva arrivargli incontro
erano emesse dal potere mutante di Sole Ardente, la testa che digrignava i
denti e componeva nell'aria strane evoluzioni era il giovane Nova intento ad
usare la sua velocità per schivare gli affondi di Godzilla e infine il drago
silente in alto nel cielo era Thunderstrike che stava rifiatando conscio che un
altro uso dei suoi fulmini l'avrebbe costretto in ginocchio.
All'improvviso
però fu come se qualcosa interferisse con la visione e Godzilla per un attimo
vide squarciarsi il velo d'inganno. Tornò subito com'era ma qualcosa stava
adesso bloccando gli impulsi ingannatori. Cosa era successo in quel piccolo
istante?
La risposta
si trovava nella base di Demonicus, dove il genetista pazzo teneva al
guinzaglio il mostro attraverso uno dei suoi ibridi ottenuti mescolando il DNA
di vari esseri malvagi nel caso specifico di Metallo, del Corruttore e del
Capo. Aveva ottenuto in questo modo un super essere dalle capacità mentali
distorte capace di far impazzire Godzilla con visioni di mostri che non
c'erano.
Il mutato
però non riusciva più a concentrarsi perchè nel laboratorio avevano fatto
irruzione Calabrone e Aracne e il Samurai D'argento. I primi due stavano
tenendo a bada i soldati di Demonicus, che assisteva alla scena da un ballatoio
meccanico in alto.
Si trattava
di guerrieri a cui il pazzo aveva innestato una parte di simbionte clonato
dalla matrice originale del folle sanguinario Carnage.
Aracne notò
subito una cosa:
<E’ come
quel mostro che il Ragno Rosso ha affrontato a San Francisco! [Ragno Rosso # 16]> esclamò Julia
riconoscendo quella mostruosità
<Esattamente>
rispose Hank <Un derivato del simbionte. Se li colpisco con un raggio di
maggiore intensità, il parassita fuso soffre. Purtroppo non ho in questi guanti
abbastanza energia per creare qualcosa di analogo al fuoco, uno degli elementi
che può separare i simbionti dai corpi a cui si legano.>
Aracne usava
tutta la suo forza psionica per intrappolarli e tenerli bloccati, come pesci in
una rete, dando al suo capo la possibilità di colpirli con maggiore facilità.
Intanto,
Silver Samurai si era scagliato contro la cupola che proteggeva il mutato.
Sapeva che la sua lama speciale avrebbe avuto la meglio sulla protezione e le
prime crepe che vide gli fecero capire di aver intrapreso la strada giusta.
Fu allora che
il mutato perse brevemente il controllo su Godzilla perchè cercò di infilare le
sue dita immateriali nel cervello del Samurai.
Riuscì a
forzare la serratura mentale e adesso il Samurai D'argento vedeva riflessi
sulla cupola trasparente i fantasmi del passato. Vedeva Devil con cui aveva
combattuto, e anche Wolverine, l'Uomo Ragno e la Vedova Nera. E tutti lo
attaccavano.
<Andate via!
Non sono più quell'uomo che aveva perso ogni briciolo di onore assoggettandosi
ai comandi di quella donna vipera... sono un eroe come voi... lotto per il mio
paese!>
Solo lui
sentiva le voci degli eroi contro cui aveva lottato in passato. Devil era il
più crudele.
<Eroe?
Come può esserlo chi ha nel suo sangue la tradizione di dolore e morte di una
famiglia mafiosa? Tu non sei diverso da Kingpin!>
<Già non
farmi ridere, cocco.> gli disse Wolverine, mentre i suoi artigli gli
danzavano davanti la faccia <Sei solo una vergogna, per te e la tua
famiglia!>
<E'
inutile sprecare troppe parole con questa specie di giocattolo per
ragazzini> disse l'Uomo Ragno e il Silver Samurai si voltò ma trafisse solo
uno spettro.
<Jūbun'na*!!!!!>
* = BASTAAA!!
Lo spettro della
Vedova Nera proteggeva la crepa creata dalla spada. Harada la infilò con forza
e poi iniziò a spingere in alto la lama aprendo con la sua forza energetica un
varco.
Aracne
sudava, non riusciva più a mantenere la concentrazione e quindi la rete stava perdendo
la sua coesione.
Calabrone si
guardò intorno in realtà aveva già pensato ad un piano.
Demonicus lo
vide volare contro di lui. Iniziò a digitare in fretta un comando sul display
della piattaforma.
<Te ne vai
senza salutare? Sta diventando una pessima abitudine che ho intenzione di
toglierti.> disse Henry bersagliando il genetista a bordo della sua
piattaforma d'emergenza.
<Guarda
che cos'ho qui, Calabrone> mostrò nel guanto bianco una specie di comando a
distanza <Ho inserito in ogni spirale di DNA innestata una specie di
esplosivo molecolare. Non ho nessuna intenzione che tu scopra i miei segreti.
Ogni scienziato deve averne di propri. Lo so che hai un certo curriculum
personale nel creare mostri che si rivoltano contro di te e contro l'umanità.....
in questo siamo simili!!>
<Non lo
siamo affatto, Demonicus! La differenza è che per te le cose che fai non sono
errori ma scelte ben ponderate. Per me Ultron è qualcosa con cui dovrò
convivere per l'eternità!>
<Ti chiedo
Henry Pym: mi inseguirai mettendo la parola fine alle nostre schermaglie oppure
aiuterai la tua amica che sta per essere sopraffatta? Hai un solo modo per
farlo, premere questo bottone> indicò con il dito la parte rossa sul
comando.
Pym vide Demonicus
lanciare l'oggetto verso il basso.
Aveva già
scelto. Lo afferrò al volo e premette il
pulsante.
Demonicus
aveva aperto un passaggio e vi si era infilato. La sua risata echeggiò nel
cunicolo di metallo arrivando a loro come un eco.
Aracne ormai
allo stremo vide i Ronin contorcersi e poi la parte simbionte si staccò
portandosi via la loro vita e parte della loro carne. Il lascito di Demonicus
era ad ogni incontro sempre più orribile.
<Ce la fai
ad alzarti? Dobbiamo andarcene di qui. Queste basi hanno sempre un programma di
autodistruzione>
Aracne non
rispose. Lei e Hank videro Silver Samurai mentre gridando affondava la spada
nel corpo del mutato. La estrasse come sotto una possessione.
Aveva forza e
rabbia per un colpo all'altezza del collo gigante che sosteneva il testone
dell'essere. Questo si staccò di netto e gli occhi da corruttore si chiusero
nel viaggio che la testa compì nell'aria rotolando poi ai piedi del Samurai.
<C'è solo
una via per porre fine alle battaglie, ed è quella della spada.>
Si avvicinò a
Calabrone e gli puntò contro la lama.
<Voi
scienziati pensate troppo, non guardate mai al bene comune ma solo alla singola
via. Dovevi inseguire Demonicus. La donna sarebbe morta ma l'avrebbe fatto
sapendo che il suo sacrificio sarebbe servito.>
Aracne iniziò
a generare della rete dalle dita.
<Senti
soldato di terracotta, prima cosa sposta quella spada dal petto del mio collega
o rischi di trovartela dove è assai spiacevole. Secondo, tu sei solo un killer
che nasconde la sua voglia di morte dietro antichi valori. Solo un assassino come
te avrebbe fatto quello che ha fatto a quell'essere!>
<Basta
così.> intervenne Pym <Fatela finita... anche tu, Aracne; non metterla su
questo piano.>
Harada rincarò la dose:
<Non sono
un semplice assassino. Son un nobile samurai. Seguiamo il Bushido, e non temiamo la morte, anzi bramiamo una fine gloriosa
in combattimento.... ma non mi aspetto che una femmina gaijin capisca questi concetti...>
<Basta
così> riprese nuovamente Hank <Andiamocene di qui. Demonicus ha fatto
saltare gli schermi e non sappiamo se con la morte del mutato Godzilla si è
calmato ed è tornato nell'unico luogo dove da sempre è in pace, l'oceano.>
<Ce ne
andiamo, ma prima è giusto che chiariamo una cosa> disse il Samurai
<Nonostante le nostre divergenze vi ringrazio per il vostro aiuto nel
fermare quel pazzo e salvare il mio paese. Domo
Arigato, Vendicatori.>
<Finalmente
qualcosa che mi fa piacere sentire.> disse Aracne.
Samurai si
incupì.
<Questo
rende ancora più spiacevole in mio prossimo compito; purtroppo non posso
permettervi di andarvene senza che abbiate dato dei chiarimenti al mio governo.
In poco tempo questa è già la seconda invasione di campo. I rapporti tra i
nostri paesi e gli accordi stipulati non permettono certe cose. Dovrete
renderne conto alle autorità. E' ora di affrontare le conseguenze di
questo.>
<Conseguenze?
Senza il nostro aiuto Demonicus starebbe per essere incoronato imperatore del
Giappone> gridò Aracne che combatteva la stanchezza con la rabbia.
Hank Pym
intervenne ancora
<Hai
ragione Samurai. Non voglio che si faccia il solito discorso sugli americani
che fanno come se fossero a casa loro. Ascolteremo il tuo governo e chi
chiariremo con loro. Però sappi una cosa, i Vendicatori, l'idea che muove il
nostro gruppo non ha confini. Non ce ne dovrebbero essere quando le persone
sono in pericolo.>
<Parole
che condivido ma ci sono delle regole da rispettare e questa spada adesso non è
più indipendente o al servizio di se stessa ma di qualcosa di superiore. Un
Samurai ubbidisce sempre al suo signore. >
Tutti tacquero e i due Vendicatori seguirono Silver Samurai fuori dalla base.
***
Qualche istante prima, all’esterno.
Non appena la
lama del samurai staccò di netto la testa alla mostruosità di Demonicus, il
gigantesco Gojirasauro si fermò
istantaneamente. Il mostro con più teste non esisteva più. Adesso Godzilla
vedeva la realtà per com'era davvero.
<Ehi...
che gli è preso?> domandò Nova.
<E’ come
se fosse.... distratto.> disse Thunderstrike. In effetti il colosso, per
quanto spaventoso, sembrava avere le stesse movenze di un cucciolo che s’era
appena destato da un lungo sonno.
Dov’era? Cosa
stava succedendo? E’ impossibile dire che cosa attraversava la testa del
mostro, ma continuava a girare la testa come se cercasse di orientarsi.
<E’ il
momento! Dobbiamo colpirlo adesso!> gridò ancora il razzo umano, ma Sole
Ardente lo fermò.
<Aspetta!
Sta fermo!> gridò il giapponese
<Come?>
<No ha
ragione lui> gli disse Thunderstrike <Guardate: si sta dirigendo verso
l’oceano...>
Il mostro a
passo lento si diresse verso le acque, incontrastato. Con movenze calme vi si
immerse, e dopo qualche minuto sparì dalla visuale, inghiottito dall’abisso. Se
fosse stato possibile attribuire uno stato d'animo a quell'essere sarebbe stato
senz'altro un misto di rabbia con se stesso e dolore per quanto fatto al paese.
Quell'impulso genetico a proteggerlo adesso gli squarciava il cuore.
<Non so
come ma in qualche modo devono essere riusciti a liberarlo> osservò Shiro
Yoshida.
<Ma
chi....>
<Si
riferisce al dottor Pym e Aracne, Nova.> rispose Masterson <Devono essere
riusciti a scovare dove si nascondeva Demonicus e a spezzare il suo controllo
sul mostro. Grande! Ero certo che ci sarebbe riuscito!>
I tre scesero
sulla terra, dove ancora la guardia nazionale era intenta nelle operazioni di
salvataggio.
<Mentre
aspettiamo i nostri amici, diamo una mano a soccorre questa persone...>
disse Thunderstrike al suo giovane compagno ma Sole Ardente interruppe ogni
entusiasmo.
<Un
momento! Voi due non vi muovete da qui!> disse con tono autoritario
<Sarete messi agli arresti, in attesa di chiarimenti sul vostro
coinvolgimento su quanto avvenuto.>
<Ehi ma che t’è preso, fiammetta?> rispose stizzito Nova <Noi siamo i
buoni, non ricordi? Ti abbiamo dato una mano a contenere quel mostro
sauro....>
<Siete
stranieri che hanno portato uno scontro di questa portata sul territorio
giapponese. Guardate cosa avete combinato! Avete troppo di cui rispondere!
Consegnatevi. Consegnatevi o pagherete le conseguenze!> gridò ancora il
mutante pirocinetico.
<Ehi,
adesso tu mi stai ad ascoltare.... siamo Vendicatori. Non puoi trattarci come
dei terroristi, chiaro? > sbottò Thunderstrike <Abbiamo salvato questo
pianeta decine e decine di volte, capisci? Se pensi che ci faremo mettere le
manette, sei fuori come un balcone! Noi...>
Lo interruppe
il suono della sua communicard.
<<Qui Calabrone. So cosa vi è
stato chiesto. Arrendetevi senza fare resistenza. Io e Aracne abbiamo fatto lo
stesso quando Silver Samurai ce l'ha chiesto>>
<CHE COSA?
Dottor Pym noi....>
<<Ti prego Thunderstrike.
Rischiamo di scatenare un incidente internazionale. Non è nel nostro statuto.
Chiariremo tutto, ve lo prometto. Ma per adesso consegnatevi. >>
I due
Vendicatori si guardarono. Non ne avevano assolutamente voglia. Non avevano
fatto nulla di male, anzi si erano comportati da eroi. E allora perché?
Ma Hank Pym
non avrebbe mai dato quest’ordine se non avesse avuto le sue buone ragioni. Per
cui, controvoglia e a denti stretti, non fecero resistenza quando la polizia
giapponese, seguendo le direttive di Sole Ardente, gli misero le manette.
<Dio, che
vergogna per un supersbirro spaziale....> sbuffò Nova.
Nevada. Il Monte.
Da un
crio-contenitore si alzò lentamente e con aria stordita un ragazzo di colore,
magro e con l’aria di chi non sapeva di dove si trovasse. Atalanta gli si
avvicinò con fare materno.
<Muoviti
piano. Non aver paura, sei tra amici qui Jim.>
<D-Dove
s-sono? Chi sei tu?>
<Sei al
Monte. Io sono un amica di Bruce Banner. Noi ti abbiamo curato Jim. Stavi molto
male ma....>
Jim Wilson
però non l’ascoltava più. La sua mente confusa riuscì a concentrarsi solo su un
dettaglio.
<TU. Sei
quella delle frecce. Mi hai colpito! Se stato tu!>
<Ascolta
Jim....>
<No, non
ti starò a sentire! Dove siamo qui?>
Degli
assistenti gli si avvicinarono con delle siringhe e alla vista di quei aghi Jim
si agitò.
<ANDATE
VIA, STATEMI LONTANI!> gridò agitando le mani. Atalanta lo afferrò per il
polso.
<E’ per il
tuo bene, ragazzo...> disse cercando di iniettargli il sedativo, ma Jim la
colpì, disperato.
<LASCIAMI!>
la sua forza era tremenda, molto superiore ad un ragazzo del suo peso.
Sfortunatamente,
Atalanta andò a sbattere con forza contro l’armatura metallica di Aiace, che
stava entrando nel laboratorio proprio in quel momento, perdendo i sensi e
sanguinando.
<DU!
MOSDRO! HAI FADDO DEL MALE AD ADALANDA!> L’ottuso gigante corazzato corse in
direzione di Wilson, che per la paura iniziò la trasformazione e mutò nel
colosso cremisi da tutti definito l’Hulk Rosso.
<Uh oh,
qui si mette male...> disse Ettore nel vedere la scena <Dobbiamo fermali!
Muoviamoci!> gridò ancora, e immediatamente, tutti i Vendicatori e il resto
del Pantheon lo seguirono, mentre si precipitava all’ascensore.
Hulk e Aiace
si scambiarono colpi di inaudita potenza, facendo a pezzi tutto ciò che li
circondava, incuranti di tutto. Il personale di servizio fuggiva a gambe
levate.
Furioso, Hulk
colpì il pavimento con tutte le sue forze, distruggendolo e facendo precipitare
lui e il suo rivale al livello successivo. Quando i Vendicatori e gli altri
giunsero, i due colossi non erano più a loro portata.
<Dannazione,
stanno distruggendo tutto. Non avete nulla per fermarlo? Avevi detto che
eravate preparati a questa evenienza, maledizione!> sbraitò USAgent rivolto
a Ulisse.
<Da qui
non posso fare nulla! Paride, devi attivare il sistema di sicurezza.> disse
all’auricolare.
<<E’ andato>> rispose il biondo <<Hanno danneggiato parecchi sistemi.
Sto provando a ripristinare il computer centrale.>>
<Fa in
fretta. Qui cade tutto a pezzi, se non li fermiamo raderanno al suolo l’intero
monte.>
<Sharon,
possiamo seguirli e cercare di dividerli. Non sarà facile ma dobbiamo
provarci.> disse She Hulk alla Ventura.
<Concordo.
Ma dove sono? Il buco in cui sono precipitati è profondo, li ho persi di
vista.>
<Come sta
l’arciera? Lei era l’unica che era riuscita a placarli....>
<E’ ferita
alla testa.> disse Ettore <Ha bisogno di cure mediche. Di tirar frecce
non se ne parla.>
<Allora
dobbiamo occuparcene noi. Non statevene con le mani in mano, andiamo!> urlò
USAgent.
<<Fermi! Non potete far
nulla!>> disse
Prometeo da un altoparlante. <<Quei due hanno danneggiato il nucleo
centrale. Tra poco qui salterà tutto. Dobbiamo lasciare il Monte entro pochi
minuti.>>
<Che cosa
vuol dire?> chiese Tigra.
<Il nucleo
centrale è quello che alimenta tutti i sistemi elettronici. E’ come un piccolo
reattore nucleare. Se viene danneggiato qui diventa una piccola Cernobyl.>
rispose Ulisse <Dobbiamo metterci in salvo. Adesso.>
<Ma
Jim.... e Aiace.>
<Ormai
sono spacciati. Ora raggiungiamo Prometeo nell’hangar o siamo tutti
condannati!>
I rumore dei
colpi furiosi che i due titani si scambiavano, e le esplosioni che questi
provocavano facevano intendere che Ulisse non esagerava.
<Dannazione.
Non possiamo lasciarlo. Io scendo.> esclamò She Hulk.
<Non dire
fesserie Walters. Tu vieni via con noi, adesso.>
<Jen,
stavolta sono d’accordo con Agent. Andiamo, vieni.> disse Tigra.
<Voi non
potete capire. E’ come Bruce. So cosa sta passando. Non lo lascerò morire.
Andate. Io vado da lui.>
Un poderoso
colpo alla nuca mise la gigantessa di giada K.O. A sferrarlo Sharon Ventura, la Donna Cosa.
<Non c’è
tempo per le discussioni. Andiamocene via. Me la vedrò io con lei, dopo.> e
così dicendo, sollevò la ragazza priva di sensi e la portò con se.
Tutto lo
staff del Pantheon stava evacuando il Monte. Paride e Prometeo avevano già
acceso i motori del jet.
<Allora,
fate in fretta! Non ci rimane molto tempo!> disse Paride.
Tutti
salirono a bordo. Il jet si sollevò in volo lasciandosi il Monte alle spalle.
Da un
finestrino Tigra e USAgent osservavano il sofisticato complesso allontanarsi
all’orizzonte, quando all’improvviso un’esplosione accecante li abbagliò,
mentre il boato riecheggiò nell’aria.
Un fungo
atomico all’orizzonte era spaventoso.
<Pensi che
sia....> chiese Tigra, senza riuscire la frase.
<Non lo
so.> le rispose Agent. <Ma chi può sopravvivere a ... questo?>
Epilogo.
Tokyo, Giappone. United Nations University.
Erano passate
due ore da quando il governo giapponese aveva impedito loro di tornare a casa.
Aracne, Thunderstrike e Nova erano seduti impazienti ad attendere l’esito della
riunione che si stava tenendo nella stanza accanto. Lì infatti un funzionario
dell’Ambasciata americana, il ministro degli Interni giapponese, Sole Ardente e
Hank Pym, insieme a Inger Sullivan, l’avvocato dei Vendicatori, e Helaine Rochelle,
direttrice dello United Nations Department of PeaceKeeping Operations SuperHuman
Section (o più semplicemente SHS), entrambe in videoconferenza, stavano
discutendo dell’incidente diplomatico che secondo il governo locale la loro
presenza lì aveva provocato.
<Cosa
pensate che accadrà? Ci arresteranno?> domandò Nova con un tono che tradiva
la sua giovane età.
<E perché
dovrebbero? Non abbiamo fatto nulla di male!> disse Aracne <Abbiamo
impedito a un pazzo di distruggere l’intera città! Dovrebbero ringraziarci,
piuttosto!>
<Non sono
nemmeno sicuro che possano: siamo affilati alle Nazioni Unite.> intervenne
Thunderstrike <Forse abbiamo l’immunità diplomatica o qualcosa di
simile.>
<E allora
perché siamo qui?> chiese ancora il giovane Rider.
<Perché
qualche settimana fa Iron Man si trovava qui e si è scontrato con quella
bestia... non molto tempo dopo spuntiamo noi e di nuovo quel mostro fa vedere
il suo brutto muso.> sentenziò Thunderstrike <Senza contare i danni
provocati dalla battaglia tra i nostri dell’Est e Graviton. [Vendicatori MiT # 86-88] E’
comprensibile che siano sospettosi. Però....>
<Però?>
<Però ha
ragione Julia, non è giusto che ci trattino come criminali. Io comunque vi avverto;
qualsiasi cosa decidano là dentro, io tornerò a casa da mio figlio. Questo è
poco ma sicuro.>
<Si anche
io voglio tornare da Rachel. Non m’interessa di nessun “caso diplomatico”.
Voglio rivedere mia figlia.>
<Perché
non ce ne andiamo subito allora? Dubito abbiamo qualcosa che riesca a starmi
dietro...>
<Dobbiamo
aspettare Hank, Nova.> rispose Julia.
Quasi in
risposta la porta della stanza si spalancò e da lì uscì Pym, con un aria
stravolta.
Teneva il suo
elmetto da Calabrone sotto il braccio e si arruffava i capelli. Dietro di lui,
il console americano parlava al telefono mentre Sole Ardente sembrava
lamentarsi con un su suo superiore.
<Allora?
Com’è finita?> chiese Masterson.
<E’ stata
una trattativa lunga e complicata, e non ho voglia di riassumervela... ma in
sostanza possiamo tornarcene a casa.... ad una condizione.>
<E quale
sarebbe? Mettere il logo di Hello Kitty
sull’uniforme?> sdrammatizzò Nova.
<No. Su
richiesta del governo giapponese dobbiamo accettare un nuovo membro nella
nostra squadra....La scelta è caduta su uno dei due eroi che hanno combattuto
con noi.>
<Oh no...
no.> disse Aracne. <Non mi dire che si tratta di....>
<Non posso
credere a quello che mi hanno ordinato di fare!> gridò Sole Ardente, seguito
da imprecazioni in giapponese.
<Lui?>
chiese l’ex Donna Ragno, incredula.
<Esattamente.>
le rispose Henry <da oggi, Sole Ardente sarà il nuovo membro dei Vendicatori
della Costa Ovest.>
E nessuno dei
presenti, in primis il diretto interessato, parevano contenti della notizia.
Le Note
Un episodio ricco di
colpi di scena; Sole Ardente è costretto – controvoglia – ad unirsi ai VCO. I
nostri hanno così una nuova testa calda (letteralmente!) con cui aver a che
fare.
Ma soprattutto vi
abbiamo rivelato l’identità dell’Hulk Rosso: è Jim Wilson, spalla storica di
Bruce Banner dopo Rick Jones, direttamente da un “dietro le quinte” tratto da
“All’ombra dell’ AIDS”, lo splendido episodio di Hulk scritto da Peter David.
In quella splendida storia, Jim – ormai allo stadio terminale della malattia,
chiedeva a Hulk di salvarlo con il suo sangue. L’impotenza e il rifiuto di
Bruce era un evidente modo di dire che – ahimè – non v’è un rimedio nella vita
reale per guarire dall’HIV, e che sarebbe troppo facile, che la vita reale non
è come un fumetto.
Questo voleva dirci
Peter David, tramite il rifiuto di Banner nel tentare di usare il suo sangue
come tentativo estremo.
Ma noi abbiamo pensato
che alcune persone non si fanno scrupoli e che gli scienziati del Pantheon
abbiano usato il povero Jim come cavia, dando vita ad un ennesimo mostro di
Frankenstein che si ribella al suo creatore.
Hulk Rosso è morto? Non
ve lo diciamo; rimanete con noi se volete scoprirlo....
Carmelo & Igor.